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Lui muore durante il divorzio, lei resta senza assegno

Il decesso di uno dei coniugi, sopravvenuto in pendenza del giudizio di separazione o divorzio, impone la declaratoria di cessazione della materia del contendere, con riferimento sia al rapporto di coniugio che ai profili economici

Lo ha ricordato la Corte di Cassazione con la recente sentenza n. 26489 depositata l’08.11.2017 qui allegata.

Nella fattispecie, ), la Corte d’Appello di Napoli aveva accolto parzialmente il gravame della ex moglie avverso la sentenza di primo grado che aveva rigettato le sue domande di attribuzione di un assegno di divorzio, nonché di una quota del TFR e del risarcimento dei danni nei confronti dell’ex coniuge, con cui aveva contratto matrimonio sciolto con sentenza parziale. La Corte, in particolare, aveva riconosciuto alla donna un assegno di divorzio di mille euro, rigettando le altre domande.

Gli eredi dell’uomo (coniuge superstite e figli), che era nel frattempo deceduto nel corso del giudizio di appello, sono ricorsi in cassazione aderendo alle sue difese e denunciando, nello specifico, la violazione di norme di diritto e vizi motivazionali sia in ordine al riconoscimento di un assegno di divorzio sia alla sua quantificazione.

La Suprema Corte ha evidenziato come nel caso in esame dovesse trovare applicazione la consolidata giurisprudenza secondo la quale la morte di uno dei coniugi, sopravvenuta in pendenza del giudizio di separazione personale o di divorzio, anche nella fase di legittimità, comporta la declaratoria di cessazione della materia del contendere, con riferimento al rapporto di coniugio ed a tutti i profili economici connessi (cfr., tra le altre, Cassazione Civile n. 18130/2013) , precisando ulteriormente che “l’evento della morte ha l’effetto di travolgere ogni pronuncia in precedenza emessa e non ancora passata in giudicato“.

La sentenza d’appello impugnata è, pertanto, stata cassata, escludendo qualsiasi diritto all’assegno di divorzio alla ex moglie.

Cassazione Civile, 08.11.2017, n. 26489

Cassazione Civile, 08-11-2017, n. 26489