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Affidamento della prole: necessario l’ascolto del minore capace di discernimento

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza dello scorso 25 gennaio, è tornata a trattare il tema dell’ascolto del minore, quale incombente necessario nei procedimenti che lo riguardano.

Nel caso di specie il Tribunale di Pesaro, nell’ambito di un procedimento per la regolamentazione della filiazione nata al di fuori del vincolo matrimoniale, aveva disposto l’affidamento condiviso dei figli minori con collocamento prevalente presso la madre.

La Corte d’Appello di Ancona, investita con reclamo da parte del padre, aveva confermato la decisione del giudice di prime cure, ritenendo di non procedere all’audizione dei due figli minori poiché contraria al loro interesse e, in ogni caso, non vincolante per il Giudice.

Avverso la pronuncia della Corte d’Appello, l’uomo ha presentato ricorso in Cassazione denunciando il mancato ascolto dei figli in merito al loro affidamento, con particolare riguardo alla figlia più grande, di quasi dodici anni, capace di autonomo discernimento.

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il motivo di ricorso del padre affermando che, così come previsto dell’art. 12 della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, l’audizione dei minori è divenuta un adempimento necessario nelle procedure che li riguardano ed, in particolare, quelle relative al loro affidamento ai genitori.

Secondo la Cassazione, infatti, il mancato ascolto del fanciullo che non sia sorretto da espressa motivazione del giudice sull’assenza di discernimento che ne può giustificare l’omissione costituisce violazione del principio del contradditorio e dei principi del giusto processo, in quanto il minore è portatore di interessi contrapposti e diversi da quelli del genitore e, per tale motivo, è qualificabile come parte sostanziale.

A detta della Suprema Corte, nel caso esaminato, il giudice d’appello ha escluso l’audizione dei figli minori della coppia in maniera del tutto incongrua e contraria alle disposizioni nazionali e sovranazionali, in particolare con riguardo alla figlia maggiore che aveva già superato gli undici anni ed era quindi molto vicina ai dodici anni, al compimento dei quali subentra l’obbligo legale dell’ascolto.

Alla luce di ciò, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del padre e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Ancora per un nuovo esame del merito della controversia.

Cassazione Civile, 25.01.2021, n. 1474

Cassazione Civile, 25-01-2021, n. 1474