Ai fini della revoca di una donazione fatta ai figli da parte dell’imprenditore-debitore è sufficiente la consapevolezza da parte di quest’ultimo del pregiudizio in concreto arrecato alla ragioni del creditore, a prescindere dalla dimostrazione dell’intenzione del donante di nuocere il creditore.
È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con una recentissima ordinanza, qui sotto allegata, con la quale ha rigetta il ricorso di un imprenditore contro il quale era stata presentata azione revocatoria da parte della società creditrice, poiché aveva diminuito drasticamente il proprio patrimonio donando il 100% delle quote della sua società ai figli.
Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva ritenuto gli atti liberali posti in essere dall’imprenditore revocabili in quanto fraudolenti e pregiudizievoli per i creditori.
Ha presentato ricorso in Cassazione il debitore lamentando l’omessa prova da parte della società attrice dell’effettiva e pregiudizievole diminuzione del patrimonio del ricorrente. Secondo quest’ultimo, inoltre, la Corte d’Appello avrebbe omesso di motivare in ordine all’asserita volontà fraudolenta sottesa alla donazione da lui posta in essere a favore dei figli.
La Suprema Corte ha in primo luogo chiarito che “un atto di donazione impoverisce di per sé il donante, perché lo priva della cosa donata senza corrispettivo. Pertanto la dimostrazione dell’avvenuta stipula d’una donazione costituisce da sola dimostrazione dell’impoverimento del donante”. Spettava, dunque, al convenuto – imprenditore dimostrare che nonostante la donazione, il suo patrimonio restava sufficiente a soddisfare il creditore.
Infine la Cassazione ha ripreso un orientamento oramai constante secondo il quale, qualora sia richiesta la revoca di atti a titolo gratuito, ai fini della dimostrazione della condotta fraudolenta non è necessario provare l’intenzione del donante di nuocere al creditore, “ma è sufficiente la consapevolezza, da parte del debitore, del pregiudizio che, mediante l’atto di disposizione, sia in concreto arrecato alle ragioni del creditore, consapevolezza la cui prova può essere fornita anche mediante presunzioni”.
Pertanto la Corte di Cassazione ha confermato quanto dedotto dalla Corte d’Appello e dichiarato revocabili le donazioni fatte a favore dei figli, poiché pregiudizievoli ai creditori e poste in essere fraudolentemente.
Cassazione civile, 03.07.2018, n. 17336
Cassazione Civile, 03-07-2018, n. 17336