La Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata sull’obbligo dei genitori di mantenere i figli maggiorenni: nella fattispecie, con la sentenza numero 9415/2017, ha deciso una controversia giudiziaria durata oltre venti anni, all’esito della quale ha condannato un’anziana madre a versare 300 euro al mese a titolo di assegno di mantenimento in favore del figlio ultracinquantenne, maturo ma disoccupato, nonostante abbia quasi completato il percorso di studi per ottenere la laurea in giurisprudenza e si sia diplomato in violino al conservatorio.
Le motivazioni a fondamento del riconoscimento del diritto dell’uomo al mantenimento emergono chiaramente nella sentenza di appello, nella quale si è ritenuta raggiunta la prova della sussistenza del presupposto necessario per la prestazione, in ragione della sua situazione di bisogno e delle infruttuose disponibilità a tenere lezioni di violino e svolgere attività di attacchinaggio, della vana iscrizione all’ufficio di collocamento, della richiesta di essere richiamato a svolgere il servizio militare senza esito e della inutile partecipazione ad un concorso pubblico bandito dal Ministero della Giustizia.
In corso di causa, inoltre, è emerso che la condizione soggettiva dell’uomo è gravemente compromessa da seri problemi psicologici e relazionali.
Alla luce di queste ed altre circostanze, pacifiche e comprovate, all’anziana donna non rimane che rassegnarsi a pagare e continuare, quindi, a mantenere il figlio nonostante la sua età avanzata.
Cassazione Civile, 12 aprile 2017, n. 9415
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