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Minori: adottabili d’ufficio dal Giudice i provvedimenti relativi al loro mantenimento

 

I provvedimenti necessari alla tutela degli interessi morali e materiali dei figli minori, qual è l’attribuzione e la determinazione dell’assegno di mantenimento a carico del genitore non affidatario possono essere adottati d’ufficio, essendo rivolti a soddisfare esigenze e finalità pubblicistiche sottratte alla disponibilità delle parti

Tale principio è stato espresso dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 14830/2017, qui sotto allegata, pronunciata all’esito di un iter giudiziario avviato da un padre, il quale aveva inizialmente proposto reclamo in sede di merito accolto dalla Corte d’Appello, che aveva escluso l’obbligo del ricorrente di pagare il canone di locazione relativo all’immobile in cui vivevano moglie e figli minori.

Tuttavia, contestualmente era stato aumentata la misura del contributo al mantenimento paterno in favore dei figli, aumentato dai precedenti 600 € ai successivi 800 € mensili, nonostante in quella sede la madre reclamata fosse rimasta contumace e non si fosse costituita in giudizio.

Il padre, dunque, è ricorso in cassazione denunciando, tra l’altro, il cd. vizio di ultrapetizione ex art. 112 c.p.c.: secondo la sua prospettazione, pronunciandosi anche sull’assegno di mantenimento, il giudice avrebbe superato i limiti della domanda dal medesimo proposta e volta esclusivamente a contestare il pagamento del canone di locazione.

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ribadendo il costante principio giurisprudenza di legittimità secondo cui i provvedimenti necessari alla tutela degli interessi morali e materiali della prole, qual è l’attribuzione e la determinazione dell’assegno di mantenimento a carico del genitore non collocatario, possono essere adottati d’ufficio dal Giudice – e prescindere dunque da un’apposita domanda del genitore – in quanto diretti a soddisfare esigenze e finalità pubblicistiche sottratte all’iniziativa ed alla disponibilità delle parti.

 

Cassazione Civile, 14.06.2017, n. 14830

Cassazione Civile, 14.06.2017, n. 14830