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A prescindere dalla PAS, se la madre è inadeguata la figlia va affidata al padre

Se la madre si comporta ripetutamente in modo inappropriato con la figlia può essere ritenuta inadeguata ad esplicare il proprio ruolo genitoriale, a prescindere dal fatto che la condotta della donna sia ascrivibile alla sindrome della alienazione parentale. Con la conseguenza che la minore viene affidata in via esclusiva al padre.

Così si è espressa la Suprema Corte con l’ordinanza n. 21215/2017 (qui sotto allegata), all’esito del giudizio promosso da una madre che censurava la sentenza adottata dalla Corte d’Appello di Napoli che aveva confermato l’affidamento esclusivo della figlia al padre: la donna contestava che i Giudici del merito avessero fondato la propria decisione sulla diagnosi di una sindrome da alienazione parentale (P.A.S.), sindrome priva di attendibilità scientifica (la madre, nella fattispecie, faceva vivere la bambina insieme al nuovo compagno e la abituava a chiamarlo “papà”).

La Cassazione ha precisato che la questione non riguarda la ricorrenza o meno di una patologia, quanto piuttosto “l’adeguatezza di una madre a svolgere il proprio ruolo nei confronti di una figlia minore che si trova in grave difficoltà, avrebbe bisogno del sostegno di entrambi i genitori, ma non riceve la collaborazione di cui ha bisogno dalla madre“: le dimostrate carenze di quest’ultima, dunque, indipendentemente dalla sussistenza o meno di una sindrome da alienazione parentale, sono state ritenute sufficienti a giustificare la scelta di disporre l’affidamento esclusivo della minore al padre.

Cassazione Civile, 13.09.2017, n. 21215

Cassazione Civile, 13-09-2017, n. 21215